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      - Convenite che in quella a sistema cellulare c'č meno pericolo d'infezione.
      - Illusione, caro mio. Trovate un pretesto qualunque, fatevi condurre di sopra e scenderete del mio parere. Voi vedrete che le celle angustissime - larghe per un letto, col passaggio di un uomo che non sia troppo grosso - sono allineate su due file di un corridoio largo poco pių di un metro. Avete capito? Gli ammalati, divisi dalle pareti, vivono in uno stesso ambiente e respirano la stessa aria.
      - Con delle malattie contagiose state fresco.
      - Cosė č del sistema curativo. V'immaginate un medico enciclopedico, che sa tutto, che non consulta che sč stesso, che si sbarazza in un'ora di cinquanta o sessanta ammalati raccolti nell'ottagono, alla presenza di tutte le guardie che vanno e vengono, di tutti i prigionieri che passano e ripassano, e che deve limitare le sue ricette a cinque giorni di latte, a delle polverine innocue o al pane bianco con tre dita di una carne soriana che non si lascia masticare che dai denti d'acciaio, in quattro dita di brodo cosė detto o di minestra cosė detta al brodo? Volete la mia opinione? Prima di abbandonarvi al delitto interrogate la vostra salute. Se non siete sanissimo, curatevi, evitate il pericolo di andare in prigione.
      - Me l'ha detto anche la guardia, stamane. Non dovevate venire in prigione.
      L'altro, quello coi capelli ritti, fece osservazioni di un altro genere.
      - Non sono cosė pessimista, ma convengo che in tutto questo sistema c'č qualcosa di sbagliato. Vi racconto quello che č avvenuto a me in otto mesi di prigionia.


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Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316