Pagina (52/316)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      La madre è una ragazza di vent'anni, o di circa vent'anni, recidiva, abituata ai furti domestici.
      Sa far da mangiare, sa stirare, sa rammendare, ma sa anche involare la roba dei padroni. Non c'è pericolo che se ne vada da una casa senza lasciarvi il segno delle proprie dita. La colpa è forse del suo amante che vive, sovente, alle sue spalle.
      Durante la mia breve carriera di matricolatore, l'ho registrata nel librone infame tre volte. Il bimbo, anche se nato nella carcere, non viene registrato. Il regolamento non permette di mettere a matricola che i ragazzi superiori ai due anni. Il legislatore deve avere creduto che, se si può nascere delinquenti, si possono commettere delitti anche in fasce. Il bimbo della ladra verrà mandato all'ospizio dei bambini lattanti.
      I questuanti sono una vera piaga. Vanno e ritornano periodicamente, eternamente. Dicono che qui si sta meglio che fuori. Qui, hanno l'alloggio e il vitto sicuri. Fuori, sono perseguitati, o inseguiti, o trattati come cani e agguantati come birbe non appena stendono la mano o cercano di appollaiarsi in qualche luogo.
      Il maggior contingente degli accattoni lo dà la campagna. Mi è capitato di registrare dei pezzi di giovinetti che mi facevano venire sulla lingua una folata di interrogazioni. Ma loro me le portavano via dicendo che in campagna, d'inverno, non si trova lavoro. E anche d'inverno, loro, i loro figli e le loro donne, non si dimenticano di mangiare.
      Dal dicembre del '97 al maggio '98, la questura ce ne ha condotti al Cellulare una media di quindici al giorno.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





Cellulare