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      Il forzato che perdesse il semplice libretto di "massa" viene invece disteso sulla pancaccia della bastonata!
      Istigando alla disubbidienza o all'ammutinamento o rivoltandosi contro i "suoi custodi", il galeotto incorreva "nelle pene corporali estensibili sino alla morte".
      Il bastonatore era sempre un grandiglione dalle braccia poderose che faceva divenire alto il sedere con colpi che strappano dei misericordia!
      L'abito del forzato differisce da quello del recluso. Il forzato a vita indossa una giacca rossa, porta una callotta verde alta e rotonda, ed ha sul cuore una striscia nera sulla quale č stampato il numero di matricola.
     
      Il forzato a tempo ha la callotta scarlatta e la striscia di un verde slavato. Se vedete un camerotto o un cortile di queste "facce da galera", vi sentite correre per la schiena i brividi dello spavento. Provate gli orrori di sapervi dinanzi ai sanguinarii che hanno fatto a pezzi le donne, squarciata la gola agli uomini e spaccato il cranio ai bimbi. Il loro abbigliamento e il loro viso galeottizzato triplicano la ripugnanza che vi ispirano.
      Non appena il forzato entrava nello stabilimento di pena, gli completava la toilette il fabbro, un altro collega che gli ribadiva al malleolo l'anellone di ferro massiccio della catena. Il catenone a diciotto maglie era cosė lungo e cosė pesante che nessun forzato, per quanto forte, sapeva stare in piedi pių di un'ora.
      Uno di questi sventurati di Finalborgo mi descriveva tutta quella massa di ferro, che il codice gli imponeva di trascinarsi dietro fino a sentenza finita, con queste parole:


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Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





Finalborgo