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      Turati lo si fece partire per Pallanza mezz'ora dopo, in un omnibus piccolo, che lo aspettava nello stesso cortile.
      Egli si era portato via il materiale per scrivere un libro sul socialismo italiano. Ma poi, ricordatosi della sua idea fissa, che in galera non si scrive, smise l'idea per rimpinzarsi di libri.
     
     
     
      La "colomba" e il linguaggio dei detenuti.
     
      La "colomba" e il linguaggio dei detenuti non si possono capire bene che dopo sei mesi di cella in una casa di pena o in un carcere giudiziario, dove la voce degli inquilini è perseguitata dalle punizioni che macerano lo stomaco e riducono in una tana sotterranea come tanti animali.
      Una volta che siete passati attraverso questo periodo di segregazione completa, con le guardie di custodia quasi sempre in agguato per sorprendervi in flagrante violazione del regolamento, voi entrate nel periodo di adattamento e incominciate a imparare tutte le astuzie che vi aiutano a modificare la disciplina antisociale che impera nell'ambiente dei reclusi.
      La preparazione alla vita carceraria, nell'isolamento senza interruzione, vi ha resi più sensibili.
      La caduta di un fazzoletto vi fa trasalire come il chiavone che entri nella toppa. Ci sono momenti in cui vi pare di poter sentire le pulsazioni del cuore degli individui che abitano ai fianchi della vostra abitazione. L'udito vi si raffina in un modo che nessuna zampa di gatto può avvicinarsi all'uscio a vostra insaputa. A furia di ascoltare le pedate dell'individuo che vi passeggia sulla testa, siete in grado di distinguere il suo stato d'animo, di indovinare quando il suo pensiero è tranquillo o rassegnato o quand'esso è sottosopra o imperversa per il suo cervello come una tempesta.


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Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





Pallanza