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      Un vecchio dottore dell'Ospedale Maggiore, il dott. Adamoli, mi conobbe come dottore dei poveri; ebbe pietà della mia miseria e fu meravigliato del mio amore allo studio; perciò la famiglia ebbe da lui qualche soccorso. Dovevo restare al Conservatorio tre anni, ma vi rimasi, per grazia, un quarto, per usufruire del nutrimento. Ne uscii nel 1868.
      Il fratello maggiore, Giovanni, era morto nel 1866, a Custoza, caporale nel 65.° regg. fanteria; mia sorella s'era maritata, ed era la maggiore; e quindi continuavano le strettezze.
      All'uscire dal Conservatorio, avrei dovuto mettermi a lavorare; ma alcuni benefattori, cui la direttrice vantava il mio amore allo studio, si occuparono di pagare i libri e le spese di cancelleria, perchè proseguissi gli studi nelle scuole elementari; così feci la terza e quarta elementare (ora quarta e quinta) dal 68 al 70. Guadagnavo qualche soldo facendo i cómpiti a qualche compagno, e vendendo giornali, specialmente nelle vacanze.
     
      [vedi figura 11.gif]Nel 71, benchè fossi sempre il primo della classe, eravamo ancora al bivio. - Mio fratello Benedetto, due anni maggiore di me, faceva allora il 2.° corso tecnico provveduto da un benefattore; lo stesso benefattore provvide alle spese mie; e così mi iscrissi alla Scuola tecnica, che seguii, sempre primo, dal 1870 al 1873. Il mio nome è ancora ricordato alla Scuola tecnica di via Bassano Porrone dai vecchi professori.
      Intanto però aumentavano le esigenze della vita, poichè il benefattore, tranne qualche soccorso irregolare, non pensava che alla scuola.


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Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





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