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      Due siano le vostre stelle polari. L'eguaglianza di tutti gli uomini in faccia alla giustizia e l'indipendenza della personalità umana."
      Il Fascio Operaio discuteva i problemi operai, polemizzava coi giornali che si occupavano dei redattori e dei loro articoli, decomponeva, a poco a poco, il Consolato operaio nelle mani dei romussiani, e attaccava, con qualche violenza, la democrazia al dorso del Secolo, chiamandola "vile". Cavallotti, che fino dai tempi del Gazzettino Rosa aveva imitato don Margotti, tenendo nella sua casa il casellario degli uomini pubblici - casellario che se venisse pubblicato adesso sorprenderebbe molti e susciterebbe polemiche infinite - si era occupato anche dei redattori del Fascio e specialmente di Costantino Lazzari, il quale, oltre essere il redattore capo del Fascio, era l'anima del partito operaio.
      Per capire l'importanza dell'accusa contro Costantino Lazzari, bisogna ricordarsi che nell'86 Cavallotti aveva già assunto il carattere di leader parlamentare ed aveva già iniziato il sistema di inseguire e snidare i corrotti dovunque li trovava o li sapeva.
      Nel salone dei Giardini Pubblici, ove aveva finito di parlare Cavallotti sulle elezioni generali, non appena il redattore capo del Fascio si permise di domandare la parola, si sentirono voci spaventevoli.
      - Fuori le spie! fuori le spie!
      Chi erano le spie? I redattori del Fascio. Ma l'indiziato era Costantino Lazzari. Tanto è vero che nel questionario, che invitava Cavallotti a dare "risposte categoriche in nome della verità e della giustizia", c'era questa interrogazione:


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Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





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