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      Ha un'istruzione tumultuaria, è un conferenziere improvvisatore, ha una tendenza sentita verso la misantropia, ed è disgustato degli uomini e della vita.
      Se dovessi riassumere Lazzari, direi, con Tommaso Grossi, ch'egli è un "orso mal leccato".
     
     
     
      Si muore di fame.
     
      Per ricordarmi di queste giornate negre, ammucchiavo le mie impressioni sui margini, sui frontispizi e sotto e sopra gli indici dei libri. Mi servivo di un moncone di lapis che tenevo nascosto tra il dorso e la legatura di un volume, il quale rimaneva con me giorno e notte. I libri che giovano di più al prigioniero sono quelli che offrono più spazio.
      Quelli che hanno cinque o sei pagine bianche prima di arrivare alla prefazione, che incominciano e finiscono i capitoli con dei vuoti preziosi, che sono stampati in modo da lasciarvi una linea tra una riga e l'altra e che terminano in fondo col lusso della entratura. A me, per esempio, sono stati di grande giovamento la grammatica tedesca del dottor Friedmann e le Ascensioni Umane del Fogazzaro. Mi hanno permesso di scrivere un volume su ciascun volume. Se dovessi ritornare in prigione e qualcuno volesse regalarmi qualche libro, non dimentichi di dare un'occhiata agli spazi.
      Copio, o meglio completo i periodi coi riempitivi che lasciavo fuori per economia.
      Il periodo della fame venne inaugurato stamane, sei settembre. Se lo avessi saputo prima, ieri sera mi sarei imbottito con un pranzo luculliano. Non si è mai contenti. Era una giornata che ci aspettavamo di minuto in minuto, ed ora che è giunta troviamo che è giunta troppo presto.


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Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





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