Pagina (233/316)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La loro assenza dovrebbe essere considerata un delitto. Ah, se fossi io il loro giudice! Farei mozzar loro le orecchie come ai tempi della buona Elisabetta.
      Il pane di stamane è esecrabile. Sente dell'acido del lievito che ha tentato di farlo levare prestamente. Mi par di sentire il gesso sotto i denti. La mollica umida ha qua e là dei punti biancastri che rivelano la qualità infame della farina. Ghiglione ci consola dicendoci che prima, quando lo facevano i galeotti nello stabilimento, era più buono. Adesso, coll'appalto, è malcotto, pesante, indigeribile. L'indigestione di un pane come questo produce a tutti noi effetti straordinari. Sembra che ci fermenti nel ventre. Un'ora dopo ci sentiamo tutti gravidi. Lo si fa con una farina di quarta o quinta qualità e con poco o nessun glutine. Preferisco ancora la pagnotta che i signori danno ai cavalli.
      Anche i galeotti che lo mangiano da tanti anni se ne lamentano e farebbero un
      fuori! fuori!" se non avessero paura di un rincrudimento di rigore. Sarei contento che una volta o l'altra mi si processasse per diffamazione. Io non domanderei che la testimonianza dei sei compagni della quinta camerata e il permesso di citare una cinquantina di galeotti e un centinaio di reclusi. Proverei come due e due fa quattro che la qualità del pane è infimissima e che alla reclusione si imbecillisce dalla fame. Sarebbe uno dei processi più emozionanti di questo secolo.
      Ho trovato modo di eliminare la pasta dal mio cibo quotidiano. Non sapevo mandarne giù che qualche cucchiaiata e con ripugnanza.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





Elisabetta