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      Ho tante volte visto vicina la morte e le ho sempre resistito: perchč dovrei proprio morire in questi due anni?
      Ma, dall'altro lato, sono osservatrice e sono medico. Vedo che i sintomi dell'idremia si aggravano: temo che il medico, per rassicurarmi, non mi dica tutta la veritą, asserendo che non vi siano alterazioni renali. Caso mai, dunque, che il mio stato si aggravasse, lascio a voi, a Leonida la tutela della mia dignitą. Vi prego a mani giunte di opporvi a qualunque passo che si volesse fare per ottenere la mia libertą con una grazia personale o con un indulto speciale. Impedite a chicchessia, per amor di chicchessia, fosse anche mia figlia, che mi sia fatta un'offesa morale. Se dovessi conquistare la libertą a questo prezzo, sarei tanto avvilita, tanto diminuita, tanto degradata, che nulla mi sarebbe la libertą, l'affetto pei miei cari, l'affetto degli amici buoni. Questa, caro Prampolini, č l'unica preghiera che rivolgo agli amici, prima che si rinchiuda la nostra tomba.
      (6) Il deputato De Andreis non poteva farmi piacere maggiore di autorizzarmi a pubblicare le sue note, messe assieme al Cellulare per il tenente Giglio, suo avvocato militare. Non č che l'uomo forte che sappia fotografarsi per il pubblico. In un centinaio di righe egli ci ha dato, direi quasi, il romanzo del ragazzo povero. Senza enfasi e senza una frase che trascini alla commozione, egli ti fa piangere. Ti mette in una stamberga dove č tutta una famiglia che muore di fame. Con un periodo ti rivela la disuguaglianza tragica tra i bimbi dei ricchi e i bimbi dei poveri.


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Dal Cellulare al Finalborgo
di Paolo Valera
Tipografia degli Operai Milano
1899 pagine 316

   





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