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      I deputati dei rotten boroughs (collegi con pochi elettori corrotti o impotenti a manifestare opinioni politiche) non rappresentavano alla Camera dei comuni che i loro masters (padroni) della Camera dei lordi. Erano dei nominati, non degli eletti. Il duca di Newcastle, per esempio, con 60 elettori - tutti alla sua dipendenza - nominava il rappresentante per Aldborough. Il duca di Leeds ne mandava uno alla Camera con 36 elettori, il duca di Buckingham con 20, lord Littelton con 13, il duca di Northumberland con 15, e via! Era, in una parola, del medio evo putrido che ammorbava la Costituzione e che le masse dei tre regni volevano, per salvarla, sopprimere.
      Il duca di Wellington non poteva essere l'uomo. Egli anzi provò l'inadattabilità del militare nelle cose civili. Malgrado avesse dovuto subire, come primo ministro, le ventate dei nuovi tempi, non capiva che una società di subordinati. Anche i ministri del suo Gabinetto non erano che delle schiene. Aveva poi in orrore le "opinioni delle moltitudini".
      In Irlanda non sapeva governare senza leggi eccezionali - provocando così la collera di Daniele O'Connell, che lo chiamò "vile soldataccio inglese" e che popolarizzò il suo ministero come un "ministero abietto, sanguinario, brutale!" E in Inghilterra proibiva meetings, dimostrazioni, processioni e faceva arrestare e processare gli oratori per "linguaggio sedizioso". La Costituzione, per lui, non poteva essere migliore. La Camera rappresentava tutti gl'interessi del paese.
      Alla Camera dei lords il duca di ferro, il bastonatore di donne, disse che la Camera dei Comuni, come era, "rispondeva a tutte le esigenze di una buona legislazione" e che "fino a quando resterò io a questo posto sarò contro qualsiasi progetto di riforma proposta dagli altri". Disilluse tutto il paese e distrusse, anche all'estero, la falsa riputazione che godeva di statista.


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L'insurrezione chartista in Inghilterra
di Paolo Valera
Uffici della Critica Sociale Milano
1895 pagine 125

   





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