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      E la Convenzione votò poscia quest'ordine del giorno: "Che le più alte autorità ammettono che il popolo di questo regno ha diritto a servirsi delle armi." Questa resolution venne votata anche da O'Brien, Fletcher, M'Dovall e Harney.
      Riccardo Oastler era conosciuto in tutta la Granbretagna, l'Irlanda e il principato di Galles come "il re dei fanciulli nelle fabbriche". Fu uno dei primi che iniziarono il movimento in loro favore. Come oratore chartista aveva delle irruzioni di arm! arm! arm! Brewstler, della forza morale, diceva che bisognava spazzare il campo dagli Oastler e dagli Stephens. Chi crede che esistesse "una cospirazione per una insurrezione generale", inchiude nella lista dei "congiurati" anche l'Oastler. Sir Francis Hastings Doyle, un collarone del torysmo di quei giorni, nelle sue "reminiscenze" ce lo dipinge come uno dei più grandi oratori. Il suo discorso era pieno di fuoco e di energia e suscitava nelle masse un entusiasmo indescrivibile. La sua sintassi era corretta e la sua dizione purgata ed esatta.
      Del reverendo Giuseppe Rayner Stephens ho già detto qualche cosa. Era un vero oratore da piazza. Si diceva "rivoluzionario fino al coltello e alla morte". La classe dominante era composta "di assassini". Insegnava il decalogo alle turbe dicendo loro che "riprendere le ricchezze male acquistate non è altro che un atto di giustizia morale".
      Qualche volta si entusiasmava con delle metafore che incendiavano le città e le spegnevano col sangue di coloro che combattevano la volontà nazionale.


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L'insurrezione chartista in Inghilterra
di Paolo Valera
Uffici della Critica Sociale Milano
1895 pagine 125

   





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