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      A Pasqua il mio figlio maggiore incomincị ad andare in consunzione e dovette abbandonare lo stabilimento. In allora ci si davano 97 centesimi all'auna. Il mio salario era stato ridotto, per la malattia del figlio, a 20 lire. Ecco tutto quello che avevo per mantenere nove persone, con 3,75 di pigione e un figlio moribondo. Aggravatosi, andai a casa a trovarlo (qui Pilling sosṭ commosso). Era agli ultimi estremi. Io non avevo nulla da dargli che delle patate e del sale. Ora, signori giurati, mettetevi al mio posto e ditemi come vi sentireste dinanzi al figlio che muore senza poterlo soccorrere nè con medicine, nè con un po' di vitello, nè con due dita di vino! Ś, mi ricordo che qualcuno anḍ alla casa di un signore in Ashton a domandare una bottiglia di vino per lui. Gli fu risposto che non poteva darne a un chartista! Signori, mio figlio moŕ prima che incominciasse questo sciopero delle classi lavoratrici del Lancashire. Gli operai di Ashton si quotarono e raccolsero 100 lire pel suo funerale. Signori giurati! fu in questa condizione d'animo che andai a Stockport, al meeting che protestava contro la riduzione del 25 per cento. Io lo confesso, o signori giurati, che piuttosto che sottomettermi a un'altra riduzione del 25 per cento, l'avrei fatta finita colla vita! Quello era il mio proponimento.
      Veniamo ai fatti.
      Vi diṛ la causa dello sciopero. Quantunque, come vi dissi, tre degli scioperanti non siano stati riammessi, io non venni licenziato. Probabilmente il mio padrone ebbe compassione del mio figlio ammalato.


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L'insurrezione chartista in Inghilterra
di Paolo Valera
Uffici della Critica Sociale Milano
1895 pagine 125

   





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