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      La pioggia dei ciottoli continuava. Da Chapel Walks, una via che lambisce la principale, i sassi ci venivano passando dalle alture delle case. Dal nostro posto in Lune street vedevamo distintamente le donne che portavano i sassi nei loro grembiali e che li deponevano vicino agli uomini che tiravano. Alla fine il mayor diede l'ordine di far fuoco. Vidi cadere parecchi della folla di prima fila. La scarica non sciolse la moltitudine. Per due o tre minuti rimase come fulminata. Si continuò il fuoco a fucilate così: puf... puf... puf... Ne vidi quattro morti e non pochi feriti. So che a uno venne amputata la gamba. Il fuoco durò circa tre minuti.
      Feargus O' Connor si difese, come la maggioranza degli imputati, senza il solito avvocato che va in Corte, come il Duncas, uno dei difensori d'uno di questi 59, a dichiarare che non è chartista o socialista. Avvocato egli stesso, coll'aggiunta d'esser imputato e chartista fino alle unghie dei piedi, riuscì a piantarsi dinanzi ai giurati come una delle più nobili, delle più superbe figure del suo tempo. "Gentlemen! Quando i tristi cospirano (i governanti), i buoni (il popolo) si uniscono." Citò le parole di Brougham, "l'uomo più completo, la mente più forte e più chiara dell'Inghilterra." "Lo chiamano pazzo! Volesse il cielo che lo fossi come lui! Non sono nato cospiratore. Che cosa vuol dire cospirazione? Segretezza! Noi abbiamo pubblicato tutto. Non abbiamo fatto un passo, detta una parola, scritta una pagina che non sia nei giornali. Io ebbi l'onore di sedere alla Camera dei Comuni per tre anni, con sua signoria il giudice che presiede questo dibattimento e coll'onorevole rappresentante la legge che mi sta vicino.


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L'insurrezione chartista in Inghilterra
di Paolo Valera
Uffici della Critica Sociale Milano
1895 pagine 125

   





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