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      Non amiamo che le linee grandiose, che l'assieme, che l'edificio. Il resto sono le briciole di un grande banchetto. E al banchetto della storia non ci sono mendicanti. Così io salto la pozzanghera e mi riattacco alla colonna Charta, su alta nel cielo come un monumento ai caduti nella lotta sanguinosa per la restituzione dei diritti carpiti ai loro antenati o come un faro di speranze per la completa emancipazione sociale. E dal vostro grido iniziale, o martiri, come vi chiama l'Hyndman nella sua Base storica del socialismo in Inghilterra, o martiri del proletariato inglese, che data quest'urto eterno tra ladri e derubati per un regno di giustizia senza mercedi. Siete voi, o pionieri, che avete stampato nella mente inglese la necessità della conquista dei poteri politici per una legislazione di uguaglianza sociale e siete voi il polline della rivolta moderna contro il privilegio, il monopolio e la distinzione di classe.
      Lo so, il terreno chartista è solcato di errori. Qua e là siete stati deboli, qua e là troppo entusiasti, qua e là incapaci di tener testa a un drappello di monturati, dovunque faceste sentire il desiderio acre di una idea chiara di vera ricostruzione sociale. Avete esagerato, avete trasmesso ai futuri una serie di insurrezioni abortite, avete, qualche volta, perduto la testa fino a lasciarvi, per amore dell'agitazione, sovvenire dal denaro dei tories(9) che l'avevano su, naturalmente, coi whigs, avete dimenticato che, supplicando la regina di licenziare questo o quel ministro o di ingiungere al governo di fare questa o quella cosa, demolivate il baluardo costituzionale della supremazia parlamentare sulla corona, ma avete lasciata in piedi, intera, l'idea-madre del vostro movimento.


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L'insurrezione chartista in Inghilterra
di Paolo Valera
Uffici della Critica Sociale Milano
1895 pagine 125

   





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