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      I politici, come Hum, del 1819, sul cui vessillo era il motto di Wallace - dio arma il patriota - e i cui "vogliamo" si riassumevano in libertà, diritti dell'uomo, abbasso le leggi sulle granaglie, parlamento annuale, suffragio universale, voto segreto, ecc., - migliorarono la loro condizione dopo il celebre riot (tumulto popolare o sommossa) di Manchester, sul campo detto di Peterloo. Dopo la spaventevole collisione tra cittadini e soldati, tra donne e birri - collisione che finì colle sanguinose cariche militari dei yeomen (gentiluomini di caserma, equivalenti ai corazzieri del re).
      Gli affamati di Londra e di Liverpool del 1855 (bread riots o tumulti del pane) conquistarono, temporariamente, il morsello dell'esistenza dopo avere battuta per bene la forza pubblica che non voleva permettere loro di sgolare che avevano fame e avere dato il saccheggio alle botteghe dei fornai e dei pizzicagnoli.
      I policemen della capitale irlandese, riuscirono, nel 1882, ad aumentare la paga e a obbligare il governo a riammettere i 234 colleghi licenziati come sospetti di avere promossa l'agitazione, dopo avere stracciati i regolamenti, dichiarandosi solidali, violata la legge, ammutinando, ed essere insorti, mettendosi in sciopero.
      Il lord mayor (sindaco della city di Londra) del 1885, non aprì la sottoscrizione pubblica a favore dei disoccupati e l'aristocrazia del commercio non slacciò sollecitamente la borsa, se non dopo che i senzapane si erano avventati sulle botteghe del West End, cantando we have no work to do (siamo senza lavoro o non abbiamo nulla da fare) e avevano urlato per Pall Mall - il quartiere dei clubs aristocratici - sfracellando, qua e là, qualche cristallo.


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I miei dieci anni all'estero
di Paolo Valera
pagine 147

   





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