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      Gli omnibus si vuotano alla cancellata della stazione di Charing Cross.
      Mi lascio inocchiellare un penny di viole e penso che saranno in mio scudo contro la brutalitā del bastone poliziesco.
      Ore 1. - Mi fermo sul gradino dell'ufficio postale e studio il terreno sul quale il popolo verrā a vincere o a morire per affermare il diritto della riunione pubblica confiscato l'otto novembre dal filibustiere militare Warren. Il centro della piazza č letteralmente bloccato dai ruffians (banditi) - come li chiama la Pall Mall Gazette - in uniforme.
      Se il furore popolare convertisse il bacino in un lastricato di cadaveri non uno di loro avrebbe la mia lagrima.
      Essi sono vigliacchi che hanno tradita la loro classe da cui sono usciti per una miserabile mercede.
      Tutto sommato siamo in faccia a 2000 constabili.
      Ai tre lati dove stendersi la balaustrata - al nord della piazza - gli agenti del disordine sono per due.
      Dalla parte del monumento, dove non č barriera granitica, sono per quattro, come una muraglia di mercenari.
      Le entrate agli angoli del nord sono tappate da 200 policemen.
      Nel ventre dello square sono 300 vipere di riserva.
      Il plinto della colonna Nelson č una fitta di elmetti colla punta in aria che pare una insolenza.
      Vedo, tra lo stato maggiore, il capo constabile Howard, il generale degli assassini del popolo.
      Č nel mezzo che fuma un'avana e manda su boriose volute di fumo guardando, qua e lā, gli assembramenti che ingrossano. Č ventruto ed č volgare come le sue spalle e il suo naso.
      Ci sono due drappelli di policemen a cavallo, uno al nord e l'altro al sud, che percorrono i larghi delle vie facendo lavorare di culatta i loro cavalli.


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I miei dieci anni all'estero
di Paolo Valera
pagine 147

   





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