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      Quante volte vi imbattete in queste fanciulle di dieci o dodici anni col loro bimbo avvoltolato nel grembiale o appeso alla mammella? Non potete sbagliarvi. Hanno i capelli raffaellescamente piatti sui parietali, il ciuffo che biondeggia o nereggia sulla fronte, il gruppetto puntato alla nuca come un orgoglio o la treccia giù, birboneggiante per la schiena. Un grande scialle tricuspide che le chiude come un'ampia carezza che s'allunga fino alla balzana e un grembiale bianco che le distingue da tutte. Si chiamano mots, drabs, four penny touches, leery girls. Il significato di questi vocaboli volgari è nel dizionario furbesco. Tuttavia le misses dell'ulster o le sartine, le ridicolizzano chiamandole le "signore di Whitechapel", o come diremmo o avremmo detto noi, una volta, di porta Ticinese o di porta Garibaldi. Si prostituiscono? Nel vero senso del verbo, no. Perché si guadagnano l'esistenza anche altrimenti. A Charing Cross, in Oxford street, in Piccadilly, in Leicester square e nei centri affollati vendono i fiori a dieci centesimi il mazzo.
      - Penny a bunch! Penny a bunch!
      A quando tengono bordone ai loro compagni di letto, prestandosi a vendere o a impegnare la così detta roba degli altri. Talvolta, nelle giornate di bolletta feroce, ti danno sulle cantonate, sedute sui calcagni, le uova marce e cotte. E quando non sono per le strade, lavorano a fare scatolette pei fiammiferi o a fare la capocchia ai bastoncini di cera o di legno che devono diventare zolfarelli. Il loro carnimonio è svelato nel four penny touches.


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I miei dieci anni all'estero
di Paolo Valera
pagine 147

   





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