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      Con quattro pence sbarazzano l'uomo tra i pilastri delle porte, in fondo al viottolo o tra il materiale di qualche edificio in costruzione. Di sera e di notte ti domandano, se sei in tuba, un penny per un thanke (un grazie) o mezza pinta di stout, se sei in giacca.
      - Stand me a drink, Ducky.
      Amano? Come si può amare in Inghilterra, dove si è finalmente imparato che il cuore creduto, un tempo, l'altare delle passioni, non è che una pompa idraulica capace sola di propellere tonnellate di sangue per la vita.
      Maschi e femmine, accoppiati e soli, popolano Seven Dials, Petticoat Lane, Brick Lane, Brook street, Traal street e dappertutto dove è una tana londinese.
      Quando non hanno i pence per la locanda, dormono nei parchi. Due anni fa ne hanno trovato uno coi piedi gelati nel vuoto di un tronco d'albero in Hyde-park. Gli si segarono i piedi perché cancrenizzavano e si convertì la Babilonia in un carnevale di rettorica. Era diventato un eroe. Povero lôcch! Qualcuno pianse. Altri mandarono soccorsi. Il lôcch morì. Dormono nelle zattere, nelle barche, nelle lance, nei burchielli, lungo il fiume. E sono chiamati appunto i "ratti del Tamigi". Dormono nelle nicchie dei ponti che attraversano questa curva d'acqua giallastra come il Tevere. È nei luoghi dove non giunse il piede spietato del policeman.
      Prima del 1880, il "grande magistrato senza salario", vale a dire un grande proprietario di terre nella poltrona del giudice, spazzava i budelli e i budelloni della cloaca massima, mandando la canaglia pubescente ai lavori forzati nei penitenziari del Regno.


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I miei dieci anni all'estero
di Paolo Valera
pagine 147

   





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