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      La madre è a sbrendoli e compera un paio di stivaletti scalcagnati dal piede sulla sessantina per la tosa di dodici anni. - Ti vanno a pennello!
      Soffermandosi sui fianchi delle donne di Petticoat Lane, si capisce che di sotto c'è poco. Se ne vedono le forme. La maggioranza copre la nudità colla semplice veste. Le mutande per loro è un lusso. Portano sulle spalle uno scialle smunto o cenerino piegato in quattro o se le ravvolgono in uno sciallaccio a rete.
      La loro pettinatura è caratteristica come la loro sporcizia. I loro capelli - specialmente delle giovani - sono rialzati o abbaruffati dinanzi e la loro scriminatura è sulla discesa a destra o a sinistra.
      Di ragazzi, come dovunque, rigurgita la poveraglia, ve ne sono dei carrettoni. Sentono tutti dell'ambiente. Emaciati, malnutriti, malvestiti, laceri, nudi. Gialli, sgrassati, mingherlini, rattrappriti. Non attirano il bacio, strappano un pensiero funebre. Si preferiscono morti.
      Dalla folla vedete lungo le finestre fosche del primo piano svolgersi quello che gli inglesi hanno finito per chiamare, col linguaggio figurato, sweating system.
      Ve lo spiego con un esempio:
      Supponetemi un fornitore di cappotti, di monture di calzoni e di camicie dell'armata di terra e di mare.
      Non è necessario che io mi tenga in casa un esercito di operai e di operaie. Prima perché dovrei pagare l'affitto del lavorerio, le consumazioni degli ordigni del mestiere, i capifabbrica, ecc., ecc.; poi perché dovrei, a dir poco, raddoppiare o triplicare il prezzo della giornata o del lavoro a cottimo.


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I miei dieci anni all'estero
di Paolo Valera
pagine 147

   





Petticoat Lane