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      Qualche ora dopo il terrorizzatore del quartiere aveva compiuta la sua "missione" religiosa o sociale o la sua vendetta sifilitica, Castel alley - un passaggio angusto, con un'entrata da High street che mette del gelo alla nuca e una via trasversale che, come dissi, riassume il Ghetto, mi condensava uno dei più orribili capitoli della Londra sconosciuta. Il transito era pigiato di inquilini di locande degli slums (angiporti o viottoli, dice il dizionario, abitati dalla popolazione criminale). Erano tipi mostruosi. Delle facce su cui il coltello della rissa ha lasciato le sue strisce rosse e incancellabili. Delle braccia e dei petti tatuati di cuori, di àncore, di stellucce, di mostri, di arabeschi, di giuramenti, di facciacce femminili, di nomi rimasti, probabilmente, cari, probabilmente, esecrati nelle loro memorie. Delle fisonomie o meglio dei grugni di donne coi denti spaccati dai pugni dei loro uomini e coi nerazzi sotto gli occhi, segni non dubbi della violenza alcoolica delle notti scorse. Delle vecchiacce slabrate su cui gli anni hanno accumulato tutto ciò che vi ha di ignobile e di lubrico. Dei gruppi che portano le stigmate della devastazione sociale. Della gente incancrenita dagli infortuni della vita. Una gente stracciata, scalza, senza pane, senza pensieri, senza ideali, senza letti, che bagorda qualche giorno dell'anno e soffre gli spasimi delle astinenze e le torture della legge pel resto della vita!
      Ordigni del giornale
     
      Lo strillone inglese si completa coll'altro ordigno che scarabocchia il sommario del giornale che deve correre per le strade a entusiasmare il pubblico.


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I miei dieci anni all'estero
di Paolo Valera
pagine 147

   





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