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      - Nelle 200.000 includete le sartine, le fioraie, le cameriere, le operaie, ecc., ecc.?
      - No. Prima perché sarebbe un'ingiustizia metterle tutte nella stessa casella. Poi perché le altre non domandano interamente l'esistenza alla prostituzione. Ma ne completano la somma necessaria con qualche ora di gozzoviglia carnale.
      Il dottor Ryan - l'autorità del suo tempo - ammucchiando le sgualtrine, aggiungeva della zavorra e delle considerazioni d'oro.
      Si calcola, egli scrive, che 400.000 persone vivano, direttamente o indirettamente, sulla prostituzione e che si spendano, in Londra, per questo solo vizio, ottocentomila sterline o duecento milioni di lire. Ho sottolineato vizio perché è una melonaggine del medico del 1838. O come vizio se le funzioni fisiologiche sono necessarie come l'ossigeno alla respirazione? E se questo atto è virtù nell'ammogliato, perché sarà vizio nello scapolo?
      Continuando dunque il sistema del dottor Ryan, il quale metteva 400.000 persone a ganasciare intorno a 80.000 perdute, noi avremo un milione di cittadini e di cittadine che vivacchiano e arricchiscono vendendo o prestando servigi a questo lupanare di 690 o 700 miglia quadrate.
      - Un milione! E perché non dite la città intera?
      - A essere veri, bisognerebbe. Perché infine accettando il commercio carnale come istituzione necessaria, avete, implicitamente o tacitamente, acconsentito ad essere i suoi complici e i suoi mezzani. Di qui non si scappa. Ma pur di peccare di indulgenza, potete escludermi certe classi?
      - Quali?


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I miei dieci anni all'estero
di Paolo Valera
pagine 147

   





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