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      S'intende. Prima di giungere a questo punto si sono fatte molte esperienze. L'autore era un eroe della penna: William Stead. Aveva combattuto molte battaglie del lavoro e della morale. A Chicago, egli aveva disperso molte frasi alla Victor Hugo. "Se Cristo venisse a Chicago", egli aveva detto, parlando delle donne di John Bull. Charles Dilke non si rialzava piú. La Crawford, con la sua confessione, ha eliminato ogni dubbio. Dilke era un porco ufficiale. Ricco, intelligente, parlamentare fin che si voleva, ma sempre pornografo, dedito a tutte le colluttazioni dei piaceri erotici. La donna si è sacrificata. Respinta si è votata al chiostro. Ha dato un addio al mondo. Stead aveva vinto. La vendita avveniva mentre egli lottava per la documentazione. Il Tributo delle Vergini era divenuto una pubblicazione di tutte le classi. La si leggeva con circospezione. Al W.C., tappati in una stanza, o segregati dalle persone dubbiose. Lo Stead non aveva mai servito il pubblico una pubblicazione così documentata. Questa sua cura non gli ha risparmiato un conflitto fra le classi e le masse, fra i costumi e le abitudini, fra la pornografia svergognata, fra i puritani e gli edifici inverecondi. W. Stead ha suscitato il tumulto. Ha messo gli uomini contro gli uomini, le donne contro le donne. Prevaleva l'interesse. Non si vedevano i ruffiani, ma c'era lotta fra di loro. Loro volevano della carne libera da commerciare. Libera carne in libero paese. Si cominciava a rinsavire. In certi ambienti si incominciava a demolire il puritanismo.


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I miei dieci anni all'estero
di Paolo Valera
pagine 147

   





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