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      Bene, e tu?
      Che cosa stai scrivendo?
      Incominciai a biografarlo così come l'ho conosciuto e lo metto in circolazione.
      I
     
      IL GIORNALISTA SOVVERSIVO
     
      Si rivelò dappertutto geniale. Trovò ospitalità dove ha voluto sostare. La sua fama di giornalista è andata crescendo cogli anni. Io l'ho trovato a Trento, redattore capo del giornale Il Popolo di Battisti. Non era un grande giornale. Faceva più della cronaca che della politica. La politica, nei possedimenti austriaci, dava molte noie a coloro che ne scrivevano. Si veniva chiamati nei gabinetti delle teste poliziesche, redarguiti, censurati, espulsi. Benito Mussolini subì tutte queste cose. In quel tempo il futuro duce del fascismo soffriva. Aveva una forte flussione alle gengive. Malgrado i dolori egli migliorava il suo tedesco e metteva assieme un martire della religione, una specie di Savonarola che gli hanno pubblicato Podrecca e Galantara, della ditta dell'Asino. In Svizzera, senza smettere di fare il giornalista, frequentava come uditore le università. Guadagnava poco. Era obbligato qualche volta a impegnare il pastrano o il superfluo. Durante l'esodo dei novantottisti italiani contrasse amicizia con M. Serrati. Le università gli hanno dato modo di salire nella coltura tedesca e francese. Le soste erano i suoi supplizi. Doveva pur troppo ritornare a quel qualunque lavoro che gli capitava, di facchino, di garzone, di imbianchino come il Costa. Il suo sovversivismo lo obbligò ad andarsene da due cantoni e quindi a ritornare nella propria Romagna.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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