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      L'assemblea si arruffava, indemoniava, sgolava tutti gli improperi. Dai furori tumultuari pareva lo si volesse accoppare. È salito Serrati a implorare che lo si lasciasse parlare in un silenzio religioso. Utopia! Non appena Mussolini ha aperto bocca tutti volevano udirlo: forte! La voce dell'oratore si confondeva col baccano. "Voi siete più implacabili dei giudici borghesi. Se siete decisi che io sia indegno..." Vi fu una valanga di sì che rotolavano insieme sulla testa dei tumultuanti. Egli era pronto a sottomettere la questione morale e disciplinaria a una commissione indagatrice. "Voi credete di perdermi. Vi ingannate. Voi oggi mi odiate perché mi amate ancora. I dodici anni della mia fede socialista dovrebbero essere una sufficiente garanzia. Il socialismo è qualche cosa che si radica nel sangue. Quello che mi divide ora da voi non è una piccola questione, è una grande questione che divide il socialismo tutto."
      Egli ha citato Amilcare Cipriani sul cui nome i socialisti di Milano avevano fatto una mirabile campagna. Ma Cipriani ha dichiarato che se non avesse avuto sulle spalle settantacinque anni sarebbe stato in trincea a combattere contro la reazione militarista europea che soffoca la rivoluzione. Il tempo dirà chi ha avuto ragione e chi torto in questa terribile conflagrazione che ha qualche cosa dell'epopea napoleonica. Waterloo fu del 1814. Chi sa che non ce ne sia un altro nel 1914. Chi sa a chi toccherà andare in frantumi.
      È certo che Mussolini ha lievitato il proletariato.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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