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      Avevano assunto un atteggiamento da oppressi o da sopraffatti. La loro giornata sarebbe venuta. Eh sì! Il popolo si sarebbe rifiutato. Sarebbe stato con loro. Invece la gioventù veniva portata via. Piegava. Si lasciava accalappiare. Il Paese era nella Triplice. Doveva portare la sua catena fino alla fine. Non gli si sarebbe permesso di divenire spergiuro. Il lavoro dei congiurati della terza internazionale non poteva smuovere una pietra. Era un gioco da fanciulli. Non si è saputo più niente. Si aspettava la scomparsa della neutralità senza speranza di urti. Serrati, Lazzari, Bacci, Bertini si sarebbero involati.
      La direzione di Benito Mussolini era stata considerata prodigiosa per l'Avanti! In due anni aveva fatto salire la tiratura del giornale a quasi centomila copie. Mentre la direzione di Claudio Treves non era riuscita alle trentaquattromila. E a lui i Bacci davano settecento lire al mese; a Mussolini cinquecento.
      Il sottovoce della maldicenza aggiungeva però che il romagnolo spopolava il partito di tutta la gente in considerazione. Pareva non tollerasse il personaggio. Aveva fatto espellere i Bissolati, i Cabrini, i Podrecca e i Bonomi per un gusto personale. Era andato a Roma a istigare Orazio Raimondo, il più grande oratore parlamentare del partito. I framassoni esistevano da secoli. Persone che non facevano che del bene. Frenavano indirettamente i malvagi. Coercizzavano i cattivi a diventare buoni. Contribuivano con delle quote a migliorare il partito. E lui, nossignore! si era incaponito per la loro espulsione.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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