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      Conosce il valore della composizione. I suoi scuoiati non gli hanno mai perdonato perché il suo inchiostro fu sempre implacabile. Non è che Mussolini che forse gli ha perdonato le sue furiose strigliate dal Resto del Carlino. Dico forse perché anche l'opinione di Mussolini è mutabile. Domani è capace di riprendersi il suo perdono.
      Prima della guerra Mussolini e Monicelli erano in conflitto. Quest'ultimo aveva rovesciato sul primo una gerla di stramaglia letteraria. Mussolini non ha lasciato passare l'avvenimento. Gli è andato addosso come un terribile frantumatore d'uomini. Provatevi a leggere questa prosa mussoliniana.
      Il
      puttano " - d'ora innanzi tutte le volte che mi occuperò del signor Monicelli lo bollerò con tale infamante nomignolo - mi dà del "pirotecnico" e mi invita a scegliere fra il suo "compatimento" o il suo "disprezzo".
      È una trovata come un'altra per troncare una polemica dalla quale il signor Tomaso finirebbe per uscirne colle ossa acciaccate.
      Ma io non lo lascio. Eh no. Quest'uomo mi fa schifo, ma prima che la nausea mi vinca, voglio scudisciarlo a sangue.
      Conoscete il suo trucco.
      Quando qualcuno gli rinfaccia le sue sconcie inversioni e perversioni politiche, l'ex Monicelli si fa avanti e vi dice lacrimoso:
      Ah se sapeste quali crisi spirituali ho attraversato! Se conosceste i giorni e quanti giorni della mia miseria!"
      C'è della gente che si commuove. Poverino! Chissà quali tempeste in quel cranio! Chissà quali angoscie in quel cuore! Così Monicelli diventa un piccolo eroe di una qualche misteriosa tragedia spirituale svoltasi nella quiete filistea di un borgo ignoto.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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