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      Perciò è ferma la concezione catastrofica. Coloro che pronosticano o annunciano o prevedono la caduta fascista sono gli imbecilloidi della politica. Non ne conoscono la organizzazione. Napoleone che ha ammazzata la Repubblica per le strade è stato su diciotto anni. E sarebbe stato su di più se non avesse avuto per avversario la penna di Victor Hugo. L'Italia non ha che scemenze di critici. Pennaiuoli che sono o smascolinati o obbligati a tener conto degli interessi dei loro quotidiani. Aggiungete che Benito Mussolini è andato al potere con un bagaglio di vita vissuta come nessuno dei soliti va al potere. Le masse hanno assistito all'avvenimento sbalordite! Molti proletari, forse, se ne sono compiaciuti. La marcia su Roma è stato uno spettacolo grandioso. Tutti avevano gli occhi sulla capitale. Si pensava a Cesare. Si disseppellivano gli episodi più celebri. Il Corriere della Sera dell'altro giorno ha suscitato delle speranze nei campi dei malcontenti che aspettano delle insurrezioni, delle congiure, come ai tempi di Blanqui e di Rochefort. È bastato un falò di giornali perché il pensiero del senatore si obliterasse. I rivoluzionari, in tempi fascisti non esistono. E se esistono scompaiono alla chetichella. O sono assorbiti dal nuovo ambiente o rimangono nell'ombra a insaputa gli uni degli altri.
      Il Corriere della Sera continua a sciorinare le sue "scemenze", mettendosi tra i primi e più sinceri collaboratori dell'on. Mussolini, quando lo esorta a non inebriarsi della vittoria, a non superare più di quanto ha superato i limiti legali e a ricondurre gradatamente il governo entro questi limiti ed a restituire alla nazione quella coscienza dei suoi diritti e dei suoi doveri smarrita in un ventennio e più di degenerazione parlamentare.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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