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      Li ha trattenuti il prefetto per completare il can-can. Ebbe un finale come nei drammi. Il padre curvò la testa. È avvenuto il matrimonio. Dalla lussuria sarebbe passato alla grandezza dell'unione legale.
      Sono usciti dei volumi, dei romanzi, delle rotture di matrimoni, dei drammi di nuovi amori, dei drammi teatrali, delle Città morte, fino alla catastrofe col suo Shylock. È andato in esilio. Pareva ch'egli uscendo dai confini di questa società dell'orgia carnale avesse detto: Italia, non avrà più le mie ossa! La Francia gli ha tradotto tutti i suoi libri. Molti in inglese. Molti in tedesco. Ha scritto dei libretti d'opera per delle sommità musicali. Ha fatto denari. Ha sempre vissuto principescamente. Il suo editore Treves lo ha tenuto in Paese. Ha continuato a pubblicare i suoi volumi che sono andati a successive edizioni. Il massimo fu quello delle Laudi. È un libro in casa di tutti i ricchi. Egli è pure al cinematografo con la Cabiria e la Nave - visioni storiche.
      Avvicinatasi la guerra nessuno pensava di vedere il ritorno di D'Annunzio. Lo si credeva stroncato dalla critica. Ferri lo aveva chiamato alla Camera un Bell'Ami. Vi era stato un momento in cui lo si era veduto inseguito come un gabbamondo. Egli era accusato di plagio come lo fu a suo tempo Sardou. D'Annunzio non se ne dette per inteso. Lasciò che i cani latrassero. Tirò via per la sua strada. Circolava la documentazione dei brani ai fianchi dei brani. Egli era un plagiario perfetto. Documenterei. Non ho spazio. Dal plagio alla pornografia non fu che un passo.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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