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      Molti scrittori, anche di parte moderata, ammettevano che le classi borghesi si allontanavano dal Principato. Il deputato conservatore Siliprandi, sulla fine del 1898, così definiva lo stato d'animo delle classi borghesi della Lombardia:
      Una parte notevolissima della borghesia lombarda è repubblicana e, mi affretto a dirlo, e con piacere lo affermo, trattandosi dei nostri immediati avversari politici, essa è tanto moralmente rispettabile, intellettualmente colta e socialmente elevata quanto la borghesia monarchica. Essa vanta tradizioni patriottiche indiscutibili, tenacia di opinioni, attività costante di propaganda, abilità grandissima di procedimenti. La utopia mazziniana è quasi spenta nelle nostre provincie, ma il positivo pensiero di Carlo Cattaneo vive robusto e spontaneo... Tradizione monarchica nazionale in queste provincie non vi fu mai
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      Umberto, in quei giorni si ingolfava come Crispi nei debiti, nei prestiti e nelle banche più che poteva. Il re dei nostri giorni per non occuparsi troppo di politica e mettersi in disaccordo con la nazione, si è dato allo studio di numismatica. Mi dicono che abbia fatta una notevolissima pubblicazione. Certo non è a prezzi vendibili.
      Per Mussolini l'ubbidienza è dunque indispensabile. Nessuno deve compiere atti senza la sua autorizzazione e la sua approvazione. Certo sono avvenuti molti conflitti a sua insaputa e molti episodi sanguinosi ch'egli non avrà potuto prevedere. Cremona fu una delle province più volte sottosopra. L'on. Farinacci vi ha sciorinata molta strafottenza.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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