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      Non ci sono stati vocaboli incitatori. Non si sono ammucchiati che sfasciumi. Io venivo considerato come uno scapestrato o una testa calda. Avrei rovinato tutto. Condotto il partito alla rovina. Così è avvenuto dopo il san michele in via S. Gregorio. Un altro assalto, o meglio un'altra invasione, e gli uomini prudenti si sono ritirati, si sono dispersi, hanno lasciato libero il campo alla devastazione. Si è bruciato un'altra volta, si sono rovesciate delle altre pareti, martellati degli altri soffitti, frantumate e messe sottosopra delle altre macchine, disperse delle altre cassette di caratteri, arsi degli altri volumi senza irritarsi, senza protestare, senza correre a casa del rivale a rendere pan per focaccia. Il municipio fu vuotato di tutto il socialismo con un semplice ordine di non tornare più indietro, di non farsi più vedere. Neanche il sindaco ha saputo immolarvisi. I fascisti hanno preso il loro posto senza versarvi una stilla di sangue. Che sangue! Non c'è stata neppure della censura con le mani in aria. Il coraggio era sparito o non era mai esistito. La verità anche per noi. Il direttore dell'Avanti! era in viaggio alla volta della Russia. L'azienda milanese è andata quasi tutta all'inferno.
      Passiamo alla bega turbolenta di Massimo Rocca, il produttore della più bella prosa rivoluzionaria di questi giorni. Ben legata, più forte di quella degli altri. Mussolini doveva aspettarsela. Il Rocca è un anarchico altero e violento per natura. Egli ha defenestrato molta gente.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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