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      Così, aggiunse egli, "adempio a due doveri: uno di salvaguardare la mia dignità; l'altro, che si matura in me da molto tempo, di evitare ogni corresponsabilità, sia pure involontaria, con le invadenze di una egemonia finanziaria che estende ormai il suo monopolio anche nel campo assicurativo.
      E prima di lasciare la penna ricordo che l'anno scorso i rappresentanti della Standard Oil vennero da me a propormi un affare analogo a quello della Sinclair, avvisandomi che si sarebbero guadagnati milioni e che io sarei stato con loro. Li ho messi alla porta, prima che Farinacci accaparrasse tutta l'onestà per conto suo
      .
      Non mi occupo del suo duello. Avvenga o non avvenga. Mi occupo del suo mandato legislativo. Se non gli è stato concesso come una sinecura, mi aspetto che disubbidisca. Perché se è stato eletto dagli elettori, egli non può sottomettersi all'ingiunzione di dimettersi, come se fosse un lacchè parlamentare.
      XXIV
     
      MASSIMO ROCCAAL VICERÉ SPAGNOLESCO DI CREMONA
     
      All'on. Roberto Farinacci, despota e censore.
     
      Sentimi bene, Farinacci, poiché questa volta non voglio risparmiarti nulla. Io ho riaperto la polemica revisionista in questi giorni, con la volontà precisa di giungere ad un risultato pratico di epurazione e di chiarificazione del mio partito, nelle idee, nei metodi e negli uomini. Ho parlato di te, solo per accidente, e con parole cortesi, in piena armonia con ripetute dichiarazioni private di stima e di simpatia per te, delle quali Filippelli e Bazzi e Federici ed altri possono testimoniare.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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