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      Ad esempio, che quando io tento riabilitare il cattolicismo, non è per uno sportismo filosofico; ma perché tu e la tua generazione, di giovani fascisti e non fascisti, moralmente sconvolta anche in coloro che sono onesti come te, sta avviando se stessa ad una rovina irreparabile per la mancanza d'una profonda sensibilità morale; e condurrà alla rovina anche l'Italia, se gli adolescenti già oggi pieni di nuova spiritualità, non aiuteranno a raddrizzarle l'anima o a schiacciarla, noi, uomini maturi che un'anima si son foggiata sul serio in uno sforzo ventennale. Che se io rimango nel partito, anche dopo che gli pseudo-rivoluzionari come te non vollero, dopo la Marcia su Roma, attuare alcun programma massimo di sindacalismo integrale, è per trovarvi il mezzo di realizzare almeno un programma minimo di legalità ferrea e di disciplina spirituale. Il problema in Italia non è di fabbricare leggi a getto continuo, ma di far rispettare quelle che ci sono, anche e specialmente contro i riottosi come te. E puoi essere certo che se il Duce domani ti mettesse in galera per otto giorni come un cittadino qualunque, a costo di riempire di autoblindate, trascorrenti fra pubblici applausi, la tua Cremona, il nono giorno tu usciresti di carcere mutato e migliore, più consapevole di te stesso, convinto che la frusta, tua od altrui, non è il simbolo dei signori, ma dei servi e dei prepotenti, non importa se s'illudono d'essere signori.
      In altri termini, tu devi persuaderti che non tutta Italia è Cremona e che io non sono quel Miglioli che tu chiami ora a difenderti dopo averlo bandito: io sono il grande e povero signore, moralmente signore sul serio che si degna una volta tanto difendersi da te, plebeo.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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