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      Nell'aria c'erano i rintocchi dell'impero. Il Due Dicembre stava per andare in frantumi. Il funerale aveva tutte le folle della Parigi e dei dintorni. Sono state sommate a ottocentomila persone. L'imperatore si credeva vicino alla catastrofe. L'affare era più grave di quello del cadavere Baudin - il deputato fatto stramazzare dai soldati del Due Dicembre. Erano diciotto anni che la Francia stava nelle mani di quei coupe-jarrets, i quali, non contenti di mitragliare i repubblicani nelle vie li attiravano nei loro tranelli immondi per sgozzarli a domicilio. "Popolo francese, si domandavano tutti, forse che non ne hai abbastanza?" La famiglia Bonaparte non poteva avere il privilegio del revolver. I funerali avevano messo sulla piattaforma oratori che tacciavano la famiglia imperiale di vigliacchi, di miserabili, di canaglie, di assassini, di ladri, di rettili. Avevano fissata l'ora di rovesciare l'impero. Andare ai funerali di Victor Noir era considerato del civismo repubblicano. Il governo per protrarre la caduta ha lasciato tutta la libertà al morto. Nessun soldato. Proibizione ai poliziotti di farsi vivi. Gli ammutinati e gli esasperati potevano circolare, urlare, manifestare, orando quello che volevano. Le moltitudini dovevano solo mantenersi nel programma: andare col morto al cimitero di Neuilly e non al cimitero del Père Lachaise. Allora il governo si sarebbe servito della cavalleria e delle batterie di artiglieria. È certo che le sonerie delle campane a stormo s'erano sparse anche nelle provincie.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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