Pagina (139/213)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Dopo diciotto anni che la Francia era stata prigioniera dei Bonaparte c'era dovunque un'ansia di emanciparsi. I francesi non volevano più essere revolverizzati dai decembristi. Il principe aveva dovuto lasciarsi chiudere in una prigione comune per la propria salvezza e il funerale era stato concesso con tutte le libertà, senza la presenza della polizia, purché le folle avessero seguito l'itinerario di incamminarsi verso il cimitero di Neuilly. Le grida erano alternate dalle arie funebri. A Parigi! si gridava. Vendetta! Abbasso i Bonaparte! Queste scene parigine degli ultimi tempi del basso impero meriterebbero una larga descrizione in un paese come il nostro in continuo contrasto con la popolazione. Nessuna legalità. Violenze giorno e notte. Omicidi, strazi, soppressioni di libertà. I fattacci in Francia sono stati preceduti da un colpo di Stato. I congiurati del colpo di Stato hanno trovato denari, sicari, voltafaccia. Hanno massacrato cittadini, deputati, ufficiali che non volevano piegare come quelli che non si rifiutano mai di compiere stragi a pagamento. Più tardi gli episodi sanguinari sono stati infiniti. Si commettevano i delitti più mostruosi. Fra i giornalisti che si sono conquistati un nome ricordo Enrico Rochefort - una specie di Mussolini del nostro tempo. Salvo la parte stilistica, Rochefort sciorinava più sarcasmo nel suo stile mordace. Egli era acre. Aveva delle figure atroci per colpire gli usurpatori del trono francese. Un giorno, in mezzo ai deputati imperialisti, si è veduto messo in ridicolo.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





Francia Bonaparte Neuilly Parigi Bonaparte Francia Stato Stato Enrico Rochefort Mussolini Rochefort