Pagina (144/213)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La descrizione dell'ammazzamento dell'antifascista è stata fatta dal sicario Albino Volpi. È una descrizione terribile. Mette sottosopra il sangue e precipita nei deliri degli orrendi sogni. È il riassunto del suo maggiore autore. "Sono deciso a non farmi prendere. Non mi prenderanno. Comunque sono deciso a sparare sui miei catturatori e poi su me stesso. Vivo non mi avranno. Ed è anche meglio per loro...
      Il contegno del Matteotti è stato assolutamente spavaldo. Mentre lo pugnalavamo egli è stato, direi, eroico. Ha continuato fino alla fine a gridarci in faccia:
      Assassini! barbari! vigliacchi!" Mai ebbe un momento di debolezza per invocare pietà. E mentre noi continuavamo nella nostra azione egli ci ripeteva: "Uccidete me, ma l'idea che è in me non la ucciderete mai". Probabilmente, se si fosse umiliato un momento e ci avesse chiesto di salvarlo e avesse riconosciuto l'errore della sua idea avremmo forse non compiuta fino alla fine la nostra operazione. Ma no. Fino alla fine, fin che ha avuto un filo di voce ha gridato: "La mia idea non muore! I miei bambini si glorieranno del loro padre. I lavoratori benediranno il mio cadavere". È morto gridando: "Viva il socialismo"." Tale sarebbe stato il contegno del martire che assurse in una aureola di gloria!
      La disgraziata vittima non poteva essere sublimata con parole più elevate. Più la barbarie dei pugnalatori inferociva e più il pugnalato si rincuorava nell'avvenire, nelle masse del suo partito, nei suoi figli e nel socialismo.
      Il Filippelli doveva essere inseguito, imprigionato, portato velocemente a Regina Coeli.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





Albino Volpi Matteotti Filippelli Regina Coeli