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      Era famigliare a tutti i capi del regime. Prima del rapimento del Matteotti è stato veduto a tavola col Rossi a fare esperimenti con un pugnale ch'egli immergeva in una pagnottella di pane. Una volta in prigione è stata portata in pubblico la sua confessione di dodici omicidi compiuti per conto di mandanti. Certo, nella valigetta che gli venne sequestrata, aperta, è stata più di una confessione. Conteneva un pigiama che puzzava di sangue. Vi si è trovato un fagottello di rimasugli insanguinati. Pezzi di panno ancora bagnati di sangue, pezzi della tappezzeria dell'automobile con la quale avevano trafugato l'onorevole e delle carte da visita intestate al proprio nome con queste parole da una parte: Ufficio stampa - Ministero degli Interni". Il giudice istruttore ha registrato i pezzi di stoffa bagnati di sangue, strappati dagli abiti dell'on. Matteotti. Nella stessa valigetta si sono pure trovati un coltello e una rivoltella. Peccato che non ci sia la pena di morte! Beccaria fu un sentimentale.
      Non si sa se Albino Volpi sia una canaglia feroce e sanguinaria come il Dumini, se pure un gruppo di assassini coalizzati in un delitto possa contenere un affiliato al disopra della belva. Ad ogni modo egli ha finito per dichiarare che il povero Matteotti è stato scaraventato nel lago di Vico. Il Volpi sarà condannato in vita, come il più efferato sicario, ma molti attenueranno questo giudizio dicendo che è stato il più sincero nella spaventosa descrizione. Il delitto non può essere discusso.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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