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      Il suo amore per il popolo era falso come era falsa la sua fama di scienziato. Egli ricercava il favor delle folle per crearsi un nome. Il popolo doveva prestargli il dorso per salire. Egli non aveva né un carattere, né una fede. Era il Rabagas. Dalla piazza tendeva verso la reggia.
      Poi, a volta a volta, scoprì la sua viltà, rivelò le turpitudini innominabili della sua anima e si tradì irreparabilmente, da se stesso.
      Il processo Bettolo fu la prima rivelazione di Ferri. L'istrione aveva attaccato con virulenza l'ammiraglio. Si era scagliato contro i succhioni della marina, aveva sollevato con impeto di sdegno il fascio di verghe sui parassiti che ingrassavano beatamente col sangue di Pantalone.
      Ma il processo andò male e Ferri ebbe una grave condanna. Allora il fustigatore della camorra voltò casacca. Tutta la campagna che egli aveva voluta, organizzata e diretta, egli la ripudiò, come non sua. Pur essendo intimamente persuaso di aver condotta una giusta battaglia, egli abiurò con spudorata menzogna alle sue idee. Terminò col tessere l'apologia di Bettolo! Questa la prima miserevole rivelazione dell'uomo versipelle.
      In quel tempo, e a causa delle sue escandescenze, il venditore di scienza non riusciva ad ottenere dal Governo la cattedra universitaria. Ferri non celava la sua aspirazione che era più che legittimata dallo stipendio annesso alla cattedra. Ed allora l'uomo politico ebbe nuovi ondeggiamenti, dalla folla accostandosi al Governo. Da tribuno irruente e tempestoso divenire a poco a poco uomo quasi ministeriale.


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Mussolini
di Paolo Valera
pagine 213

   





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