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      «Le esigenze, gli usi, i costumi, gli obblighi, le convenzioni sociali, le leggi burocratiche, autocratiche, aristocratiche, oligarchiche, monarchiche, repubblicane, democratiche sono altrettante tirannie contro le quali mi ribellai, mi ribello, mi ribello, e mi ribello».
      Evviva la libertà la più ampia, la più illimitata, la più estesa, la più sperticata, la più scapigliata, scartata sempre dal rispetto e dalla giustizia, la vera giustizia eguale per tutti, a condizione che non opprima nessuno. Se opprimesse, si ribellerebbe anche contro la tirannia della libertà. Poi del resto, non ho la pretensione, dice, di saper scrivere nè di scrivere per chicchessia. Per il momento scrivo per me, per ammazzare l'ozio, la noia, lo spleen; cacciar la nostalgia, gli umori neri dell'immobilità e della solitudine alla quale fui condannato ed ingiustamente condannato; scrivo per non sentire i colpi incessanti della precoce vecchiaia accelerata viemmaggiormente dai pessimi trattamenti che soffersi e che soffro; scrivo per trionfare, se posso, sull'imbecillità che sta per piombarmi addosso, conseguenza della solitudine sepolcrale in cui sono arbitrariamente tenuto onde salvaguardare le altrui responsabilità e l'ordine pubblico, il quale, a quanto pare, corre sempre grandissimi pericoli, benchè io sia incatenato, ed incatenato coi fiocchi. Bisogna proprio essere bassamente feroci, per accampare tali pretese, onde tormentare un uomo!
      Basta. - Rimini è città antichissima e ciò tutti sanno anche senza leggere il racconto storico di C. Clementini, e l'opera del Tonini.


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L'uomo più rosso d'Italia
di Paolo Valera
Arti grafiche Lampo Novara
1933 pagine 69

   





Clementini Tonini