Pagina (32/69)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Chi mi ha reso tale sono le spudorate ingiustizie.
      Io, come sapete, ad Alessandria d'Egitto sono stato aggredito da dieci e più persone armate; dopo aver riportato tre ferite di una certa gravità difendendo la mia pelle di già bucata, uccisi, involontariamente, alla cieca, uno di quei malandrini. Allora, lì per lì, subito dopo il fatto, non mi furono tributati che encomii e felicitazioni per lo scampato pericolo. Ero nientemeno che un eroe, un valoroso che s'era difeso come un leone.
      Dopo 15 anni, arrestato e trasformato in un omicida volontario, colla mente sbalestrata dalla terribile accusa, negai per un momento.
      Tradotto dinanzi alle assise, sotto quei tali giurati idonei (perchè uno era stato dichiarato dal p. m. non idoneo), molti idonei ad esercitare il loro ufficio, mi trasformarono nel peggiore degli uomini condannandomi a 25 anni di galera, ridotti dalla magnanime cassazione a venti.
      Da quel che si vede, in Italia, sono molto più pericolosi ed insidiosi i pugni che non le stoccate (Cipriani allude a un operaio rimasto negativo per un anno di avere ucciso a pugni un aggressore per difesa personale e di avere confessato il delitto alle assise dalle quali è uscito assolto). Colui che uccide difendendosi dai primi è proclamato innocente. Colui che contende la propria vita alla seconda è dichiarato colpevole e mandato in galera. Fortuna che la mia testa non è da manicomio, altrimenti ci sarebbe proprio da impazzire o suicidarsi, o uccidere volontariamente sul serio.
      Basta, torniamo alla negativa.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'uomo più rosso d'Italia
di Paolo Valera
Arti grafiche Lampo Novara
1933 pagine 69

   





Alessandria Egitto Italia Cipriani