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      Risp. - In Dean Street (ed infatti è qui che dimorai per più di sei mesi).
      Int. - Se abbia conosciuto Lanzoni Alessandro, Raffaele Ciucci, Belincioni Enrico, un tal Baroni, Sante Menicagli e Santini Fortunato.
      Risp. - Il nome solo del Lanzoni farmacista, mi è noto.
      Int. - Dal mandato di cattura che gli venne notificato questa mattina avrà rilevato il titolo dell'imputazione per la quale oggi è chiamato a rispondere dinanzi la giustizia.
      Risp. - No, non ne ebbi il tempo, perchè non fummi rimesso che in questo momento.
      Int. - Lo legga.
      Risp. - (Dopo averlo guardato superficialmente) Dico che l'imputazione non mi riguarda, perchè non sono un omicida involontario.
      Int. - Si rammenta ove fosse suo fratello Camillo nel settembre 1867?
      Risp. - Non so. Dopo la campagna del 1866 ci separammo (Ed anche questo è vero).
      In quanto alla firma risposi con un gesto negativo del capo. È vero che ciò non attenua in nulla la negativa, perchè in fondo rimaneva sempre. Ma questa è la verità, perchè queste furono le risposte più in armonia col turbamento morale in cui mi trovavo e non quelle.
      Ma calmato alquanto e ridivenuto padrone di me e della mia ragione, sorpreso io stesso dell'inconscia negativa, esclamai:
      - Ma che pazzo sono io a negare!
      Chiesi che si distruggesse tale negativa; mi fu rifiutato. Dichiarai che non avrei firmato.
      - Firmeremo noi, mi risposero.
      Allora deposi grosso modo il fatto come mi si presentò alla mente ammalata e dopo tanti anni di oblio. Sperai in una seconda istruttoria che il Greco sesso mi promise e che, naturalmente, non ebbi mai.


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L'uomo più rosso d'Italia
di Paolo Valera
Arti grafiche Lampo Novara
1933 pagine 69

   





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