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      - Taci, abborritissimo birro - gli risposi - tu non hai mai avuto tanto onore da che mi custodisci. Valgo pių io nella ruggine della mia catena che tu in tutta la tua abbiettissima persona. La casacca di birro ti ha salvato da quella di galeotto che ti attende in Austria e saresti in galera in Italia se tu non ti fossi fatto volontariamente aguzzino.
      Continuai con serque d'improperii fino a quando non l'ho veduto scappare. Credevo avesse avuto vergogna di sč. Egli č ritornato con una dozzina di sgherri coi pugni chiusi.
      Io mi lasciai incatenare al muro e mi sdraiai in terra per pių giorni a pane ed acqua.
      Allora il direttore del penitenziario era Astengo.
      Egli mi mandō un foglio di carta all'indomani con queste parole:
      - Condono la pena a Cipriani, purchč faccia le scuse al capo-guardia.
      - Risposi:
      - Non so che fare del perdono non chiesto; non ho scuse da fare per scuse non fatte. Non ne faccio a un birro malvagio e insolente come il capo guardia. Cedo alla forza brutale per le perquisizioni non prescritte.
      Credo che il direttore abbia dato una lavata di capo al capo-guardia. Perchč durante la sua gestione sono stato lasciato in pace.
      Il 2 novembre 1882 č avvenuto quello che doveva avvenire. Con un uomo come il Simon, sbrigliato, con le mani libere, con la voluttā di tormentare la gente in galera non era possibile che non si finisse con un tumulto generale. Alle cinque antimeridiane io ero alla finestra a rinfrescarmi la faccia e a correre dietro ai sogni di ritornare cittadino. Incominciai a udire un baccano che a poco a poco era diventato generale.


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L'uomo pių rosso d'Italia
di Paolo Valera
Arti grafiche Lampo Novara
1933 pagine 69

   





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