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      (134) Puol'essere allo incontro la voce di un jettatore, di una jettatrice, che col suono o soverchiamente esile, o troppo grande, ambiguo, disarmonico al nostro timpano ci disgusta, e disturba ancora il corpo e l'interno.
      Finalmente la vista è de' sensi il principe, che della luce, cosa piú bella da Dio creata, si diletta: non altrimenti che della verità gode l'animo nostro. Hanno gli occhi i segni degli affetti dell'animo e vi corrispondono: onde diconsi dell'animo fidissimi duci. Or come i begli occhi piacciono, allettano, e l'ardor vicendevole degli amanti fomentano: come dice il Petrarca: «Veggo, penso, ardo»; cosí per lo contrario i brutti occhi jettatori abborriamo, e par che ci avventino su tutte le disavventure. Voi vi guardereste bene dal ferro di un assalitore, e non vi sapreste guardare degl'influssi tristi de' jettatori. Non è che i corpi trasmettano a noi le loro spoglie, o che la vista si faccia spingendosi cosa dagli occhi fuora, che anzi essi dagli oggetti che guardano, certa passione ricevono. Cosí nel guardar color vario e verdeggiante, o una bella ninfetta, ricreansi e prendon ristoro: come all'opposto nel guardar cose oscure o una vecchiaccia lezzosa si rattristano e si annoiano; ma non può dubitarsi che dagli occhi altrui ci si tramandano effluvi che han dritto a muoverci gli affetti e la macchina.
      Son noti i raggi avvelenati degli occhi del Basilisco, del rospo, del lupo, della torpedine, e delle donne mestruanti.(135) Le testuggini fomentano l'uova cogli occhi.


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Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura
di Nicola Valletta
pagine 88

   





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