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      Leggete Uxan, il quale intorno agli effluvi scrive elegantemente cosí: «Hinc porro vides, quanto discumbis periculo cum impuro lecti socio: quot tabidos hac de causa factos novi, sanissimos olim? Quantum hinc cavenda lecti consortio? Quantum hinc marcet formosa puella sicco admota seni, dum illa vigescit? Nec melior potuit inveniri modus refocillandi decrepitum Judœorum Regem David, quam consulendo, ut illum in sinu foveret perpulchra Shunamita virgo».
      Però, son sicuro che dovrà giurar nella jettatura chi sente un fatto accaduto in Padova, e rapportato dal dotto e grave medico Antonio Vallisneri. Vi era un uomo, cui la vista del pipistrello (che, perché quasi è quadrupede volante, dicesi avis non avis) cagionava convulsione, tramortimento, sconcerto di umori. Il valentuomo Vallisneri dubitò se i mali di colui nascevano dall'apprensione, e dalla fantasia corrotta, ovvero da jettatura degli effluvi del pipistrello. E che fece? Racchiuse in uno stipetto un pipistrello, sicché non era veduto affatto da quel galantuomo, il quale ignorava che colà era l'inimico augello racchiuso. Eppure gli stessi sfinimenti, e convulsioni intese colui: che finirono, mandandone via il pipistrello. Negate ora, che gli effluvi di un corpo possano produrci de' mali, e quasi, diceva, ammazzarci? È graziosissimo un epigramma di Marziale sugli cattivi aliti ed effluvi di quel celebre jettatore Sabidio, cui disse, ne' versi sopra recati, che gli era antipatico.(142)
     
     
      27.
      ARGOMENTO AB ANALOGIA DAGLI EFFLUVI DELLE PIANTE


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Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura
di Nicola Valletta
pagine 88

   





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