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      E meglio sarà col dottor Carlo Taglini, professor di filosofia nell'Università di Pisa, nella lettera, «che l'aglio trapiantato al piè del Rosaio possa conferire alla Rosa una maggior fragranza», ricorrere agli effluvi che da' vegetabili si esalano: onde il nutrimento non solo per le radici, ma per le cortecce ancora ricevono. E siffatti effluvi o nemici sono, o giovevoli.
      Si narra(145) che nelle Moluche, presso l'albero che produce de' garofani, non nasce veruna sorta di vegetabili: il che verisimilmente può avvenire dagli effluvi nocevoli di tal albero, i quali, entrando ne' pori delle altre piante, o de' loro semi, infettino il nutrimento. L'esempio del cavolo, il quale trapiantato in copia presso il melo, dà alle frutta, ed alle foglie di questo il suo odore cogli effluvi,(146) reca tutta l'evidenza a questo ragionamento. In generale le piante velenose non fanno nascere intorno ad esse altre piante, perché co' loro venefici influssi le distruggono il piú delle volte. Infatti il canape non ha bisogno d'esser purgato dall'erbe, perché non ne nascono ov'è seminato. Nelle vallate de' monti succede lo stesso per l'allium ursinum, e pe 'l tasso. Vi sono ancora delle piante dette parasitiche, perché vivono a spese dell'altre piante, su delle quali nascono e che per lo piú distruggono. La pianta detta Orobanche nasce comunemente sulle radici di altre piante, quali distrugge. Se non si ha l'accortezza di estirparla ne' seminati di fave, non si raccoglie frutto. Tali sono ancora la cuscuta, l'epidendri, il visco, l'hypocistis.


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Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura
di Nicola Valletta
pagine 88

   





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