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      Quod si interdum videamus hominem alterum alteri ingenii acumine, et intelligendi vi excellere, hanc varietatem ex organi dispositione, et aptitudine diversa proficisci certum est» (Ant. Zara, Anal. ingenior). Pernety, tom. 2, ragiona dell'influenza dell'esterne cose su de' costumi e sullo spirito dell'uomo.
      (128) Due sette di filosofi antichi sulla morale furono quella degli Stoici, che volean l'uomo insensibile; e quella degli Epicurei, che la felicità dell'uomo riponevano nel piacere. Però i difensori di Epicuro dicono che sotto nome di piacere la virtú s'intendesse. È bellissimo un libro intitolato Epicuro difeso. Osservazioni critiche sopra la di lui Filosofia.
      (129) Des Passions, part. I, artic. 38.
      (130) Eliano, IX 14, X 6: «Philetam Coum, ajunt, macerrimo corpore fuisse. Ferunt, eum plumbeas habuisse soleas in calceis, ne a ventis prosterneretur, si paulo durius eum afflassent... Archistratus vates captus ab hostibus, et ad lancem appensus, inventus est, habere pondus unius oboli». Chi sa se è vero!
      (131) Un nostro Forense, Prospero Farinacio, de crimine laesae Majest., par. 4, quaes. 116, § 3, n. 170, dice, per sua esperienza, che i pallidi e macilenti, massime se abbiano piccola barba e voce femminile, sieno traditori: «juxta exemplum relatum per Plutarchum in vita Julii Caesaris, cui cum fuisset dictum, quod a Galba sibi caveret, qui crassus erat, respondit, sibi cavendum esse a pallidis, et macilentis, volens inferre de Caio Cassio, et Bruto, non autem a crassis, prout erat Galba».


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Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura
di Nicola Valletta
pagine 88

   





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