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      Quanti v'ha ciarlon, pel fianco!
      (154) Vedi il dotto Geminiano Montanari Modanese, nell'opera intitolata L'astrologia convinta di falso.
      (155) È chiaro ciò principalmente dal fatto della «caccia del frugnuolo» che spiegò il mentovato Montanari. Chiamavasi in Toscana frugnuolo un fanaletto, che col suo vivissimo lume, accresciuto dal riflesso della parte concava di esso, abbagliava fortemente la vista di chi lo avesse guardato. I cacciatori in mano il portavano, e restavano di notte fralle ombre coverti: onde ne' boschetti, particolarmente l'inverno, e nelle notti piú oscure con un balestrino, e talor colla mano gli augelletti si prendevano. Nello stesso modo andavasi a frugnuolo anche a' pesci. Or come gli Astrologi restano attoniti al lume delle ragioni, ma non san risolversi di abbandonare la falsa insieme e gradita loro primiera opinione, furono rassomigliati a quegli uccelli, o pesci, che stupidamente mirando il lume del frugnuolo, tanto meno vedeano il loro periglio, quanto piú quello risplendea: secondo un'acconcio emblema: onde si dipingea uno di quei cacciatori, con un motto preso dal Petrarca. «Tanto si vede men, quanto piú splende». Quindi uniti molti dotti uomini composero il Pronostico intitolato: Frugnuolo degl'influssi del gran cacciatore di Lagoscuro, col quale moltissime cose in tutte le stagioni predicevano: e gli accidenti portavano, che moltissime cose che per genio e piacere di quella compagnia a capriccio si predicevano, nel mondo con istupore di ognuno avveravansi.


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Cicalata sul fascino volgarmente detto jettatura
di Nicola Valletta
pagine 88

   





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