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      Che potessero esservi significati segreti di questa importanza i due illustri uomini lo negavano puramente e semplicemente escludendo senza esame, e senza neppure vera conoscenza, la teoria del Rossetti!
      5. La poesia d'amore e il suo «verace intendimento»
      Ho già accennato al fatto che questi poeti d'amore non appena cominciano a costruire qualche teoria sulla loro arte, avvertono sempre con gran cura che la poesia è più profonda di quel che non sembri a prima vista, che le scritture hanno sensi molteplici, che i poeti sono «teologi» e simili. Questa allusione a un profondo intendimento della poesia, diverso da quello che appare alla superficie, si trova già nella Vita Nuova.
      Dante nella Vita Nuova a proposito della personificazione che egli ha fatto di Amore dice due cose molto importanti: 1. Egli parla «contra coloro che rimano sopra altra materia che amorosa»; 2. Immediatamente dopo dice che i poeti (antichi) hanno parlato «a le cose inanimate siccome se avessero senso e ragione e fattele parlare insieme; e non solamente cose vere, ma cose non vere... degno è lo dicitore per rima di fare lo somigliante ma non sanza ragione alcuna, ma con ragione la quale poi sia possibile d'aprire per prosa». E aggiunge: «E acciò che non ne pigli alcuna baldanza persona grossa, dico che né li poete parlavano così sanza ragione, né quelli che rimano deono parlare così non avendo alcuno ragionamento in loro di quello che dicono; però che grande vergogna sarebbe a colui che rimasse cose sotto veste di figura o di colore rettorico e poscia, domandato, non sapesse denudare le sue parole da cotale vesta, in guisa che avessero verace intendimento.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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