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      lo vostro amore mi menadotrina(49).
      Questi esempi che potrei moltiplicare non si spiegano con un semplice gusto di esagerare e adulare. L'adulazione non spiega né la fontana d'insegnamento né quella conoscenza che supera tutte le altre conoscenze e che avrebbe reso in qualche modo famosa quella Monna Vanna, introvabile tra le introvabili, mentre al solito basta pensare che la donna sia il simbolo della Sapienza perché naturalmente debba diventare la più sapiente di tutte le donne, perché il suo amore debba menare dottrina, perché Beatrice debba trovarsi già nella Vita Nuova presso la fontana d'insegnamento(50).
      3. Le due evidenti figure di donna-SapienzaMa non basta. Di queste donne sapientissime e distributrici di dottrina, ma tuttavia raffigurate nelle liriche come vere donne, ben due, non una sola, ne ritroviamo a un certo punto trasformate nettamente e chiaramente in simboli della Sapienza, e sono: l'Intelligenza di Dino Compagni e la Beatrice della Divina Commedia. Dino Compagni dopo aver scritto poesie d'amore, a un certo punto, continuando con lo stesso stile e con lo stesso formulario, alla donna della quale pare innamorato sostituisce chiaramente e limpidamente una misteriosa Intelligenza, della quale dice:
      E così stando a mia donna davanti,
      intorneato di tant'allegrezza,
      levò li sguardi degli occhi avenanti,
      ed io 'mpalidi' per dubitezza;
      allor mi fece dir: Più tra' ti'nnanti,
      e prendi ne la mia corte contezza;
      ed io le dissi: Donna di valore,
      s'io fossi servo d'un tuo servidore,


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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