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      Essa è la Sapienza santa, inattingibile nella sua profondità infinita e che riluce all'intelletto sì, ma in modo che lo sopravanza infinitamente. Per questo Amore «dice di lei cose che trascendono il pensiero umano» e che l'uomo «non può ridire». Anche queste che nel senso reale sarebbero gonfiature ampollose, sono nel significato vero profonde e altissime cose.
      Si spiegherà come l'innamoramento di tutti questi «Fedeli» sia sempre subitaneo e violento. La Sapienza santa è «l'eterna luce che vista sola e sempre amore accende(81)». Chi la conosce non può non innamorarsene subito:
      E chi mi vede e non se ne innamorad'amor non averà mai intelletto.(82)
      Ma v'è qualche cosa che sembra attraversare la nostra ipotesi e che lascerà certo molti lettori dubbiosi: il fatto cioè che tra i «Fedeli d'Amore» si parla talora anche di infedeltà alla donna, si dichiara di volersi sottrarre a essa e si giunge a volte persino a delle espressioni ingiuriose verso di lei e verso amore.
      Questa difficoltà, apparentemente grave, si dissipa d'un tratto non appena si ricordi che il significato della donna è duplice; che, a quel modo che noi possiamo dire indifferentemente in molti casi «Cristo» o «il Cristianesimo», «Maometto» o «l'Islamismo» (Cristo ha vinto, Maometto è sconfitto, ecc.), così, per evidente convenzione fondata sopra un normale traslato, questi «Fedeli d'Amore» usavano il simbolo della donna sia per rappresentare la divina Sapienza adorata, sia per rappresentare la setta che l'adorava. Ecco perché il loro canto variava a volte così stranamente tra l'estasi che ammirava un oggetto sovrumano e i biasimi contro «Amore» e contro la donna.


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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