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      Amore...
      In quella parte dove sta memoraprende suo stato si formato come
      diaffan da lume...
      Vien da veduta forma che s'intendeche prende nel possibile intelletto
      come in subietto loco e dimoranza(102)
      Dunque Guido, che è il capo dei «Fedeli d'Amore», che è «sol colui che vede amore» secondo Gianni Alfani, spiegando che cosa l'amore sia, dice che viene da una forma la quale «prende loco nell'intelletto possibile come nel suo subbietto». Ma non viene con ciò a dire direttamente che esso è l'unione dell'intelletto possibile con l'Intelligenza attiva?
      Dice che viene formato come il diafano dalla luce. Non ripete la stessa parola con la quale si designava nella filosofia l'unione dell'intelletto possibile con l'Intelligenza attiva, quell'unione che era già pensata come amore, come voluptas, addirittura come copulatio? E tutto quel complicato dottrinarismo della poesia di Guido Cavalcanti dove sono questi versi non dimostra nel modo più evidente che qui si parla di filosofia mistica e non di amore di femmine? Rileggeremo questa canzone e vedremo che di amore non ce n'è neppure una traccia. E quando un altro compagno di amori di Guido e di Dante, cioè Dino Compagni, scrive addirittura un poema su «L'amorosa Madonna Intelligenza che fa nell'alma la sua residenza» e dice che essa giunge fino all'Empireo, che dà potestà su tutto ciò che si ama, che tragge l'anima di guerra e simili, dobbiamo pensare che fantasticasse per suo conto da scimunito, o che riprendesse il motivo ben noto e comprensibile a tutti della Donna-Intelligenza che in Dante si chiama Donna-Sapienza?


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Il linguaggio segreto di Dante e dei Fedeli d'Amore
di Luigi Valli
pagine 879

   





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